Per chi volesse andare a capo dell'intera questione inseriamo qui il link dove è presente tutto il "dibattito": http://www.tuttocasarano.it/LE_VOSTRE_LETTERE/ru-486.html
Cari Remo e Patrizia,
inevitabile che vi siano delle polemiche è questo entro certi limiti è normale, tuttavia vorrei
cercare di dare il mio contributo, senza alcuna pretesa di essere esaustivo, o di sentirmi "
superiore a nessuno".
Vorrei subito sgombrare il campo da un equivoco: gli aborti clandestini ci sono sempre ci sono
sempre stati e ahimè, forse continueranno ad esserci, non a caso quando l'aborto era un reato
c'erano le cliniche che praticavano aborti contro legge; per questo, la legge 194 si propone di
raggiungere un equilibrio tra l'interesse della donna a diventare madre secondo una scelta
libera e consapevole, e quello del feto a venire alla luce e ad avere una vita autonoma. Se si dà
una lettura veloce del testo non ci si può non accorgere che l'interruzione della gravidanza e
prevista solo come " extrema ratio" come l'ultima tappa di un percorso teso ad accertare quale
sia l'autentica volontà della donna ed i motivi che la spingono a praticare l'interruzione
volontaria di gravidanza.
La legge prevede che la gestante che voglia praticare l'interruzione volontaria di gravidanza
debba affrontare 2 colloqui: uno presso il consultorio familiare che avrebbe, il condizionale e
d'obbligo, il compito di appurare l'autentica volontà della donna, di indagare sui motivi che la
inducono all'interruzione volontaria della gravidanza, e darle tutto il sostegno possibile, e
soltanto alla fine rilasciarle il relativo certificato; un altro colloquio presso la struttura pubblica
che deve effettuare l'intervento
Nella realtà questa procedura viene letteralmente bypassata ciò per 2 ragioni:
1) I consultori familiari pubblici non funzionano come dovrebbero
2) Per avere un certificato che autorizzi l'interruzione volontaria della gravidanza molto spesso
basta fare finta di minacciare il suicidio.
Lo so perché delle mie amiche lo hanno fatto.
Tutto questo giro di parole, e scusatemi se sono barboso, per dire che " il movimento della
vita", non ha la pretesa di cancellare sic et simpliciter la legge 194, anche perché ma vuole
promuoverne una sua integrale attuazione.
Non è un caso che gli abortisti usano da trent'anni gli stessi argomenti: la legge 194 è una
conquista di civiltà della donna ergo non si può toccare; abrogare la legge significherebbe
precipitare nel far west degli aborti clandestini, il problema è che da trent'anni a questa parte ,
com'è ovvio le cose sono cambiate: le tecniche con cui vine praticata l'interruzione volontaria
di gravidanza sono cambiate, ormai non c'è solo l'aborto chirurgico, ma anche quello chimico,
vedi appunto la RU 486.
Su una cosa concordo con te Patrizia: quando dici che la scelta per l'interruzione volontaria
della gravidanza è sempre una scelta sofferta, per questo, il movimento della vita in questi
anni si è adoperato per dare alla donna, il supporto morale e psicologico necessario, riuscendo
così a salvare 100. 000 bambini.
Credo che questo dato metta in risalto come l'identikit della donna che sceglie d'interrompere
la gravidanza non corrisponda a quello della tipica donna in carriera che si trova a dover
accettare una creatura non desiderata ne alla donna che è costretta a ricorrere all'aborto
perché ha a che fare con problemi che riguardano direttamente il bambino che porta in
grembo. Molto Spesso la scelta di abortire è maturata dalla donna in solitudine.
La RU 486 dietro il mal celato tentativo di rendere l'attuazione dell' I.V.G. Meno drammatica
della donna, rischia di portare al risultato contrario, quello di portare la donna ad una scelta
irrevocabile.
Anche io svolgo attività di volontariato in parrocchia e prima di trasmettere delle nozioni cerco
di portare ai ragazzi la mia esperienza di vita , mi sono sempre chiesto come reagirei se una
ragazza del mio gruppo venisse a confidarmi l'evento di una gravidanza non desiderata.
E' per questo che ho scelto di far parte del movimento per la vita.
Claudio Schiavano